Un risvolto interessante derivato dalla riscoperta attiva del territorio di Calenzano è anche quello che comprende l'ambito enogastronomico. Il riavvicinamento alla ruralità portato avanti da diverse realtà locali da una parte e le attività biologiche e biodinamiche di talune imprese agricole dall'altra, sta conducendo infatti anche ad una riscoperta dei sapori autentici e genuini delle nostre terre.
Un modo per mangiare sano e sostenibile su cui oltretutto poter far girare una piccola economia, al di là dei più consueti e consolidati olii e vini. Ma anche al di là delle verdure e dei prodotti caseari, che grazie alla presenza di agricoltori e allevatori fanno parte ormai da tempo della tradizione enogastronomica locale.
E così, grazie ad esempio alla conoscenza delle erbe selvatiche naturalmente offerte dai monti che circondano la Valdimarina, all'azienda agricola Casamatta di Torri è venuto in mente di allargare il proprio “paniere” creando alcuni liquori originali: dopo il “Tirannico”, un amaro digestivo a base di alloro e altre erbe officinali della Calvana ed il “Gigolino” a base di bacche di prugnolo, la realtà ha tenuto a battesimo anche il suo primo gin: «Anche se comunemente questa bevanda non è associata alla nostra tradizione ed è percepito come “fuori zona”, se invece viene distillato con prodotti locali fa emergere un suo carattere specifico - dicono dall’azienda - Le bacche di ginepro trovate in Calvana o su Monte Morello, le cui palline sono tra l'altro edibili e utilizzabili come spezie in cucina, sono il suo ingrediente principale, affiancate da una quindicina di ulteriori essenze tra cui la rosa canina ed il cipresso».
Ma tra i prodotti trasformati derivati da materie prime del territorio ci sono anche i “Travallini”, i frollini creati dai due chef titolari del ristorante Cocciopesto di Travalle Cristiano Bianchi e Christian Biagioni. L'idea è nata grazie alla collaborazione con altre due aziende agricole che condividono con il locale la splendida ubicazione nonché l'appartenenza al Biodistretto: il Podere Montisi e la Fattoria di Travalle. Il primo ha fornito la farina di grani antichi (reintrodotti da colture più che centenarie), mentre la Fattoria ha fatto lo stesso con i limoni, che crescono abbondanti sui propri terreni.
«L'incontro di questi ingredienti ha dato vita ad un biscotto semplice e morbido con un sapore buonissimo - spiegano i titolari del Cocciopesto - In futuro ci piacerebbe anche creare diversi gusti di marmellate dai frutteti biodiversi presenti sempre qui in zona. Riteniamo che questa possa essere la strada giusta da percorrere anche per le aziende agricole stesse che possono così diversificare la propria offerta di prodotti, in aggiunta all'olio o al vino che sono già abbondantemente affermati».