L’Italia inquieta dei grandi mutamenti che hanno cambiato, anche in meglio, la vita delle donne e degli uomini, ma anche il Paese tragico del terrorismo, delle stragi, del sequestro Moro. La selva, a tratti molto oscura, degli anni Settanta ha appassionato oltre 250 studenti che lunedì per un’intera mattinata hanno partecipato al confronto promosso dall’ Istituto Cicognini Rodari, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e dall’Archivio di Stato.

Un’esplorazione a trecentosessanta gradi quella condotta dalle ragazze e dai ragazzi di tutte le classi quinte e di una classe quarta dell’istituto che si sono confrontati con vicende, protagonisti e passaggi cruciali di un decennio che ha letteralmente cambiato l’Italia. In apertura il saluto di Mario Di Carlo, dirigente dell’Istituto, di Diana Toccafondi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio e di Leonardo Meoni, direttore dell’Archivio di Stato che hanno messo in evidenza la positiva ed eccezionale collaborazione tra le tre istituzioni con l’obiettivo di offrire agli studenti un’opportunità assolutamente originale di confronto con la storia del Novecento. “Generazioni diverse condividono oggi un medesimo tempo: quello del presente che interroga e cerca risposte soprattutto nelle fonti, non si rassegna alla ricerca che oppone il segreto, ma sente la forza e il dovere della conoscenza”, ha affermato Toccafondi.

Dagli studenti, a conclusione dell’incontro, l’invito a riflettere rivolto a tutta la comunità scolastica. “Forse sarebbe forse meglio sorvolare sulla storia antica, per poi riuscire ad addentrarsi nella selva e sottobosco degli anni ’70 e non solo?”, scrivono nel bilancio della giornata Lorenzo Biso, Simone Giannoccaro, Cosimo Gori, Elena Guarducci, Agostino Lenzi, Danilo Raffaello Michelacci e Francesco Toni.

Al confronto hanno partecipato studenti e docenti, in particolare il professor Andrea Sacchetti, testimoni significative - come Benedetta Tobagi, che è anche storica del terrorismo, e Susanna Occorsio - studiose e ricercatrici come Ilaria Moroni dell’Archivio Flamigni (che conserva le carte di Aldo Moro) e Raffaella Cortese de Bosis. È stata quest’ultima a rivelare una notizia, conosciuta soltanto dagli addetti ai lavori: a lungo centinaia di faldoni che contenevano le carte del processo Occorsio sono stati conservati a Prato, in un magazzino del Macrolotto. Ad aprire quel magazzino a De Bosis, che ha studiato a lungo quelle carte e ha fatto in modo che venissero consegnate all’Archivio di Stato di Firenze, andava un gentilissimo poliziotto prossimo alla pensione. Era stato l’autista di Antonino Caponnetto.

L’organizzazione dell’incontro è stata curata da Eva Nardi, docente del Cicognini Rodari, Chiara Marcheschi dell’Archivio di Stato di Prato con Diana Toccafondi.

Ecco la testimonianza dei ragazzi

Appello per lo studio della storia contemporanea

Schiacciati dal peso del piombo, ci dimentichiamo degli arbusti che crescono inosservati. Pertanto, ci è sembrato molto azzeccata la metafora della selva e del sottobosco per parlare dei ‘70. Dato che insieme ci presentano la storia, fondamentale esplorarli entrambi per comprendere il nostro presente.

In particolare, ci hanno colpito gli interventi di Benedetta Tobagi e Susanna Occorsio. La prima, storica e ricercatrice, illustrando lo scenario politico e sociale di questi anni- nazionale e internazionale. La seconda, condividendo con noi il ricordo del padre, il giudice Vittorio Occorsio, e testimoniando un’incrollabile fede nella giustizia e una strenua passione per la verità.

Stessa passione immortalata da Fabrizio De André nel suo album “Storia di un impiegato”, da cui è stato scelto ed eseguito durante l’incontro “Il bombarolo”. Perfetta descrizione del clima di tensione e delle conseguenti rivolte popolari che hanno caratterizzato il decennio. Ecco che De André e molti cantautori suoi contemporanei diventarono sottobosco dell'epoca, rappresentando una forte volontà di cambiamento.

La nostra generazione ha immaginato gli anni '70 prima attraverso vaghi ricordi d'infanzia dei nostri genitori; poi i media ci mostrano un'epoca spesso con prospettive più solide delle nostre. Infine, la scuola, che si concentra necessariamente sulla “selva”: sul fermento politico di quegli anni. Quello di oggi è stato uno scontro con una realtà totale, complessa e plurale. Siamo stati pervasi da un senso di smarrimento.Dove sono i fantomatici anni ‘70 che pensavamo di conoscere?

Concludiamo, dunque, con un invito a riflettere rivolto a tutta la comunità scolastica: sarebbe forse meglio “sorvolare” sulla storia antica, per poi riuscire ad addentrarsi nella “selva” e “sottobosco” degli anni ’70 e non solo?

Lorenzo Biso, Simone Giannoccaro, Cosimo Gori, Elena Guarducci, Agostino Lenzi, Danilo Raffaello Michelacci, Francesco Toni, studenti ISISS Cicognini Rodari


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