Si è tenuta stasera una riunione di capogruppo davvero accesa che ha portato il Partito Democratico e altri consiglieri a lasciare la seduta prima del previsto in netto contrasto con le posizioni espresse dal presidente del Consiglio Comunale.
Il presidente, infatti, ha chiuso la seduta senza assumere alcuna decisione sulla revoca, o meno, della concessione della sala consiliare per l'incontro in programma nella giornata di domenica promosso da Fratelli d'Italia alla presenza di un'esponente di Casapound.
Subito dopo, però, avuto un colloquio con gli agenti della Digos, come comunicato via social, ha poi provveduto a negare la concessione della sala.
Una vicenda che ha tenuto banco per tutta la giornata, con l'Anpi, Futura Memoria, il Partito Democratico, Rifondazione Comunista, l'Aned e tanti altri partiti, associazione e movimenti, scendere in campo per chiedere di revocare la sala.
In merito alla richiesta di utilizzo della Sala Consiliare per la presentazione del libro di Francesca Totolo, esponente di CasaPound, il Presidente del Consiglio Comunale, Antonio Montelatici, dopo essersi confrontato con i capigruppo, ha dichiarato:
“Alla riunione della conferenza dei capigruppo, che ho provveduto a riunire, tutti i gruppi consiliari, eccetto quello di Fratelli d’Italia, mi hanno rappresentato la loro preoccupazione rispetto all’opportunità di concedere la sala consiliare per l’iniziativa organizzata dal consigliere Valerio per motivi di ordine pubblico - unica previsione per negare autorizzazione - e quindi mi hanno chiesto di dare diniego ai sensi dell’art.30 comma 4 del regolamento.
Ho provveduto, inoltre, ad interloquire con le autorità competenti per verificare la sussistenza delle preoccupazioni rispetto all’ordine pubblico.
Inoltre anche alla luce degli approfondimenti emersi nelle ultime ore in merito ai contenuti dell’iniziativa, ho ritenuto, altresì, di negare l’autorizzazione all’utilizzo della sala così come previsto dall’articolo 30 comma 4 del regolamento del Consiglio comunale.
Vorrei, infine, rilevare che la libertà di espressione è un principio costituzionale che tutti siamo chiamati a rispettare e salvaguardare e mi preme sottolineare quanto la mia storia politica e personale è sempre stata improntata ai valori e alla difesa della nostra costituzione e dell’antifascismo".
Una vicenda al momento niente affatto conclusa: nell'opposizione, infatti, c'è chi pare sia pronto a portare la questione nell'assemblea cittadina e a mettere in discussione lo stesso presidente del Consiglio comunale con esiti niente affatto scontati.